Polenta: Un alimento rustico di origine italiana e con una storia antica 

È tempo di mangiare la polenta, un alimento adatto anche a chi ha intolleranze.


La sua storia antica si è tramandata fino ad oggi scaldando l’animo e la pancia degli italiani durante le stagioni fredde

Le antichissime origini la rendono un piatto variegato, con mille declinazioni in base al territorio e alle tradizioni.
È il simbolo della cucina povera tipica del Nord Italia e parte del Centro.
La sua versatilità l’ha resa oggetto di diversi abbinamenti vincenti e gustosi, raggiungendo la notorietà in tutto il paese.

 

Devi però sapere che il mais, l’ingrediente principale per prepararla, è stato importato dagli esploratori dei nuovi continenti.
Inizialmente, il mais, era usato per nutrire il bestiame, poi si è diffuso nella cultura contadina europea sottoforma di polenta, accompagnata da legumi e formaggi.

 

La polenta non ha però sempre avuto questo nome
Il termine “polenta” ha origine latina, e deriva da “puls”, parola usata per indicare una pietanza diffusa in periodo greco e romano, preparata appunto con acqua bollente e farine di vari cereali tra cui farro e miglio.

Essendo un alimento di tradizione popolare, la polenta, rappresenta un tipico pasto povero.

 

Come spesso accade però quello che un tempo era considerato un piatto povero oggi diventa spesso un piatto gourmet apprezzato dai palati più raffinati.

 

In generale possiamo abbinare la polenta a carni, formaggi, funghi, verdure e anche al pesce, per non parlare di confetture, miele e sughi di ogni tipo.

Tra le ricette più note, troviamo la polenta con la carne di cinghiale, la taragna tipica della Valtellina, con salsiccia e formaggio.

Per chi preferisce gustare piatti a base di polenta, troviamo la versione fritta, usata come base per la pizza e ancora per preparare una torta di salata la quiche accompagnata da verdure e formaggio. 
Anche se la sua preparazione è piuttosto semplice richiede pazienza, tempo e possibilmente una pentola adeguata, proprio per la cottura uniforme e delicata.

 

La tradizione, infatti, richiede che la polenta venga cotta nel paiolo, ovvero una pentola in ghisa o in rame dal fondo profondo e dai bordi alti.
Una volta uniti gli ingredienti è necessario mescolarli con cura per circa un’ora finché non si raggiunge la giusta densità.
Successivamente la polenta viene stesa su un tagliere di legno e condita come si preferisce.

 

I tempi di cottura sono da rispettare soprattutto perché più la si cuoce e più risulterà digeribile gonfiando decisamente di meno.
La polenta classica così come la vuole la tradizione di prepara con farina di mais.

 

Vediamo però i diversi tipi di polenta e di farine che in effetti si possono usare per delle interpretazioni più moderne e particolari
Polenta taragna: di mais e grano saraceno da arricchire con abbondante burro e formaggio, coniglio, salsiccia e funghi.
Ha una consistenza granulosa e un sapore intenso, ma è sufficientemente cremosa da fondersi per bene con il formaggio e con il burro.

Polenta cropa: meno nota, ma ancora più ricca di ingredienti, da cuocere direttamente nella panna con l’aggiunta di patate schiacciate e formaggio di malga.
Polenta nera: preparata con grano saraceno, ricca di proteine, fibre e vitamine.
È la più sconosciuta, in quanto solitamente si mescola questo tipo di grano con altre farine.
Polenta alla trentina: una delle più particolari, di solito condita con vino bianco e burro d’acciuga.
Rimanendo al nord, specie a Venezia, Treviso e Padova, è di usanza il mais “biancoperla”, dal sapore delicato e aromatico, che rende la polenta davvero perfetta per gli abbinamenti di pesce, tra cui il baccalà, vongole, gamberi o seppioline.
La polenta veg: adatta a vegetariani e vegani, può essere accompagnata da un ottimo ragù di lenticchie o di soia, oppure con salsa di pomodoro e del grattugiato vegetale.

 

La polenta non è solo un piatto tipico della cucina italiana
La mielipap: la polenta sudafricana, a base di farina di mais bianca o gialla condita con stufati e ragù piccanti o zuppe di pomodoro.
Qui la troviamo non solo come pasto principale ma anche per colazione assieme a latte freddo, burro e zucchero.

 

Ora voliamo nelle Antille dove troviamo la Fuchi, una polenta accompagnata da stufati di manzo, vegetale e pesce.
Questa viene anche consumata da sola in sostituzione a pane o riso.

 

Insomma, la polenta è un’ottima base per mille ricette, adattabile a tutte le tradizioni e culture.

 

Tutte, dalle più ricche alle più povere, sfruttano di lei le sue proprietà nutritive grazie alla buona quantità di calcio, fosforo, magnesio, sodio e vitamine utili al nostro corpo e il suo sapore e potere saziante.
Qual è la tua preferita o quella che assaggeresti per prima?

 

Scopri tante altre curiosità sulla cucina e sugli alimenti tipici, leggi la rubrica "Italia in tavola".

 

Le informazioni contenute in questo articolo hanno il solo scopo informativo.

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