Ormai impazzano ovunque. Nelle grandi città, ma anche in quelle più piccole. Sono i ristoranti giapponesi, indiani, brasiliani, messicani, senegalesi e thailandesi, solo per citare i più frequentati. Oltre ovviamente a quelli cinesi. La cui cucina, tra quelle etniche, è di sicuro la più conosciuta. Ma con l’arrivo in Italia di immigrati provenienti da ogni parte del mondo altri se ne stanno aggiungendo al già lungo elenco.
Insomma, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Per tutti i gusti e tutte le tasche. Se i ristoranti giapponesi e quelli argentini sono solitamente più cari, una cena in quelli brasiliani e messicani si colloca in una fascia media di prezzo. Mentre molto più a buon mercato sono i costi della cucina turca e indiana. Proporzionato alla spesa, ovviamente, anche il servizio offerto. L’effetto della diffusione di questi tipi di cucina alternativa è ormai sotto gli occhi di tutti. Ingredienti un tempo sconosciuti alla nostra tradizione culinaria sono ormai facilmente reperibili in un comune supermercato. E’ il caso, ad esempio, de cumino. Ma anche dello zenzero, del coriandolo e della soia. Una contaminazione di culture diverse che si realizza attraverso una sorta di integrazione culinaria.