Elisir di benessere e salute soprattutto in inverno, scopriamo insieme i mandarini, frutti dalle origini lontane, in Italia prodotti soprattutto al sud, ottimi da mangiare al naturale o in tante ricette
L’albero del mandarino produce l’unico frutto dolce della famiglia originaria degli agrumi, a cui appartengono anche il cedro e il pomelo, i tre frutti che sono considerati i veri antenati di tutti gli agrumi.
Originario della Cina e delle zone tropicali dell’Asia, è arrivato in Europa come pianta ornamentale nel XV secolo, chiamato così in onore delle massime autorità imperiali cinesi, conosciute come “i mandarini”.
Difficile non amare i mandarini già solo per il loro profumo inconfondibile
Non parliamo poi delle varie proprietà benefiche: ogni spicchio può essere definito un vero scrigno di salute e benessere.
Preziosi alleati di salute, i mandarini sono, infatti, una fonte inesauribile di proprietà benefiche.
La presenza della vitamina C li rende i frutti ideali per combattere le insidie dell'inverno.
Antiossidanti, aumentano le nostre difese immunitarie, difendendo l’organismo dall’insorgenza di infiammazioni, febbre e raffreddore.
Oltre alla vitamina C, il mandarino ha proprietà terapeutiche sotto ogni aspetto: per esempio, la sottile e granulosa buccia del mandarino contiene degli oli essenziali molto utili per la cura e l’idratazione della pelle.
Studi recenti hanno dimostrato come il limonene, contenuto nel mandarino, possa essere considerato un fattore protettivo della salute, grazie alla sua attività antinfiammatoria, capace anche di diminuire in parte la possibilità di contrarre tumori.
Da un punto di vista calorico, 100 grammi di mandarini (considerando che il peso medio di un mandarino è di circa 50 grammi) corrispondono a 53 calorie, cioè 90% carboidrati, 5,1% proteine e 4,9% grassi.
Quante varietà esistono?
Esistono tantissime varietà di mandarini, tra cui quelle italiane, coltivate soprattutto in Sicilia e in Calabria: da queste due regioni proviene quasi il 70% dei mandarini consumati in tutta Italia.
Satsuma Miyagawa o Mikan
La tipologia di mandarini più coltivata negli Stati Uniti proviene dal Giappone, ed è stata esportata nel 1876.
L’alberello del Satsuma è di bassa statura, ha una crescita molto lenta, ha fiori bianchi e regge anche le basse temperature e il vento.
Viene coltivato con successo in Sicilia, Calabria e Puglia.
Mandarino tangerino
Un ibrido del mandarino con l’arancio, che prende il nome dal porto marocchino di Tangeri, dal quale è partito alla volta dell’Europa.
Il tangerino in Europa, venduto semplicemente come mandarino comune, ha una buccia di colore arancio acceso (quasi rosso) e foglie molto più grandi rispetto a quelle di un albero di mandarino comune.
Mandarino Avana
È la tipologia italiana di mandarini, coltivata in particolar modo sulla costa settentrionale della Sicilia e raccolta nei mesi freddi di Dicembre e Gennaio, anche se la sua maturazione può essere precoce: i primi mandarini Avana possono essere infatti raccolti già a Novembre.
Ha una buccia quasi gialla e contiene semi negli spicchi e la polpa è ricca e aromatica.
Mandarino Cleopatra
Usato sia come alimento che come ornamento, il mandarino Cleopatra è una varietà tipica dell’India che si distingue per la sua capacità di resistenza alle basse temperature e alle gelate.
Mandarino Ciaculli
Tra i mandarini siciliani ci sono varietà uniche come quella del Mandarino tardivo di Ciaculli, coltivato nella frazione di Palermo che gli dà il nome, le cui origini sono completamente naturali.
Di sapore zuccherino, lo si può degustare fino al mese di Marzo eed è un presidio Slow Food.
I mandarini cinesi
Sono a tutti gli effetti dei mandarini: la varietà dei mandarini cinesi, detti anche kumquat, ovvero “mandarino d’oro”, fu introdotta in Europa dalla Cina nel 1846 grazie al collezionista Robert Fortune e ad oggi è una delle più conosciute, con polpa più acidula rispetto al mandarino comune.
Questa caratteristica li rende perfetti per la preparazione di liquori, canditi e marmellate: si possono anche mangiare interi grazie alla loro buccia molto sottile.
Oggi i mandarini cinesi vengono coltivati in Giappone, Cina, Grecia e Italia, precisamente in Liguria.
Ecco come usarli in cucina
I mandarini in cucina possono essere gustati come snack naturale e sano in qualsiasi momento della giornata ma sono anche utilizzati per la preparazione di diversi piatti dolci e salati.
Ottime le insalate che li vede protagonisti, magari arricchite da insaltina gentilina, chicchi di melograno, scaglie di parmigiano e noci.
I loro spicchi possono essere saltati in padella solo alcuni istanti con poco olio, pepe e aceto balsamico per essere poi accompagnati a piatti di carne rossa o selvaggina.
Il profumo dei mandarini si sposa anche molto bene con il pesce: perché nn aromatizzate un bel cartoccio di branzino o di gamberetti?
E perché non fare una bella sogliola al mandarino?
Interessante è anche l'accompagnamento di alcuni salumi, in particolar modo del capocollo con spicchi di mandarino.
Se li lavoriamo possiamo poi preparare golosissime marmellate da accompagnamento sempre a salumi saporiti o a formaggi molto stagionati.
Per contro, ottimo è l'accostamento di una marmellata di mandarini con lo yogurt bianco per una colazione super interessante e allo stesso tempo sana.
E per i dolci?
Sono famose le Kumquat Pie, le torte al mandarino cinese, così come il liquore al mandarino cinese, realizzato con alcol (o vodka pura), mandarini cinesi interi, zucchero e acqua.
Ottima è la marmellata che poi può essere utilizzata per farcire crostate o ciambelle squisite.
La torta ai mandarini sofficissima e la torta con crema ai mandarini sono perfette anche per i più piccoli, magari da mangiare a colazione.
Da provare sono i liquori, molto più facili da fare in casa di quanto non si possa pensate: si prepara lo sciroppo con la buccia, si lascia riposare e si unisce all'alcool puro.
Tempi lunghi di maturazione e poi, dopo aver filtrato il liquido si ottiene un liquore profumato e piacevolissimo, perfetto anche come digestivo.
Non buttate mai via le bucce di mandarino: basta farle seccare in forno e poi frullarle per aromatizzare olio e sale.
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