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Carnevale: date, eventi, ricette e maschere. Sai già tutto? 

È tempo di...È tempo di...
09.02.202009.02.2020
carnevale-gros

Il carnevale pare essere la festa più divertente in Italia. Coriandoli, stelle filanti, maschere e tanto altro.


Oltre ai classici coriandoli, stelle filanti, maschere, travestimenti, scherzi e dolci ci sono molte altre curiosità da scoprire insieme.


Quando usiamo la parola Carnevale tutti sappiamo bene che ci stiamo riferendo ad una festa popolare in cui solitamente, almeno i bambini, si vestono con tanti costumi a tema e si mangiano dolci classici della nostra tradizione.


In quanti però sappiamo effettivamente che cosa significa? L’origine ...


Il termine deriverebbe da un'espressione latina "carrum novalis" ovvero (carro navale) cioè una specie di carro allegorico, a forma di barca, con cui i romani inauguravano le commemorazioni o da "carmen levare" (eliminare la carne) poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima, dove era interdetto l'uso della carne.


Anche nell’Antico Egitto si festeggiava il Carnevale dove si era soliti tenere periodi di festa in onore della dea Iside durate i quali si registrava la presenza di gruppi mascherati.
Solo successivamente la festività acquisì una denotazione monoteista, quando l’Europa cattolica rielaborò il Carnevale dandogli un significato all’interno del calendario cristiano.
Nella tradizione cattolica infatti indica il periodo dell'anno antecedente la quaresima (cioè letteralmente il quarantesimo giorno prima di Pasqua).
Per alcuni comincerebbe addirittura dal giorno di Santo Stefano, subito dopo Natale, collegando così le due principali feste religiose della cristianità. Per altri dopo l’Epifania.
Il punto di accordo non sta sicuramente nella data di inizio di questa festa ma su quella della fine, che è sempre il martedì prima del "Mercoledì delle Ceneri" che dà inizio alla Quaresima.

 

Se è una festa in qualche modo legata alla religione, perché ci si maschera?

 

Una delle ipotesi è da ricercarsi nell’antica tradizione pagana.
Durante il periodo dei Saturnali che hanno poi dato origine alla festa, si era soliti sovvertire ogni tipo di gerarchia invertendo i ruoli imposti dalla società: il povero poteva diventare ricco e viceversa.
Altra ipotesi molto più antica fa riferimento a quando si dava modo allo spirito dei defunti di fare festeggiamenti sfrenati in cambio di abbondanti raccolti.

Se ci pensiamo oggi il nostro travestirsi, soprattutto da adulti indica la voglia di staccare dal quotidiano per un momento ludico.

 

carnevale gros 2020

Foto di annca da Pixabay

 

 

Per capire poi l'utilizzo dei coriandoli occorre arrivare al Rinascimento quando per Carnevale i semi del coriandolo venivano glassati con lo zucchero.

Da dolce i coriandoli sono diventati delle piccole pallottoline di gesso colorato da lanciare.
Il fatto di lanciare qualcosa come segno di festa e allegria è dovuto ad una tradizione ancora più antica, risalente all'Antica Grecia.
Secondo alcuni sarebbe il modo per mostrare la propria partecipazione al trionfo in generale, anche senza poter raggiungere fisicamente la persona che si onora di qualcosa.
Il lancio di fiori o di coriandoli è simbolo di lancio di doni.

 

Secondo altri l'usanza avrebbe origine con i poteri magici attribuiti ai fiori che appunto a volte venivano lanciati.

 

Per quanto riguarda lo sfilare dei carri una delle spiegazioni più affascinanti è che le stesse sfilate allegoricamente simboleggiano la nascita del cosmo.
Durante queste cerimonie si svolgevano cortei nei quali venivano rappresentate le forze del caos che contrastavano la ricreazione dell’universo.
Questo periodo, che si sarebbe concluso con il rinnovamento del cosmo, veniva vissuto con una libertà sfrenata e un capovolgimento dell’ordine sociale e morale.
Il tema della cosmogonia era comune a molti popoli antichi, da quello babilonese, ellenico fino a quello mesopotamico.

 

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Foto di Hebi B. da Pixabay

 

E le bugie o frappe?

 

Tantissimi i termini per indicare il dolce più antico di questa festività: le chiacchiere.
Secondo gli storici questo dolce risale all’epoca romana quando venivano preparati dei dolcetti semplici con uova e farina chiamati "frictilia" per poi essere fritti nel grasso del maiale e serviti alla folla che si recava in strada per festeggiare i Saturnali.
La tradizione dei frictilia è sopravvissuta fino ad oggi con alcune leggere rivisitazioni alla ricetta originale secondo le varie tradizioni regionali.

 

In Italia come sappiamo, il Carnevale è una festa molto sentita e le sue radici affondano nei secoli: da Ivrea ad Acireale passando per Viareggio e Cento.

 

Il Carnevale più vecchio d'Italia è quello di Fano, i cui primi festeggiamenti risalgono al 1347.
A Putignano, invece, è uno dei più lunghi: inizia il 26 dicembre e prosegue fino al martedì grasso.
Certamente il Carnevale di Venezia è per noi il più famoso in Italia!
Tra gli altri a godere di fama nazionale e internazionale quello Ambrosiano di Milano e quello di Ascoli Piceno.

 

Sapete come mai si dice "martedì grasso"?

 

Il martedì grasso, l'ultimo giorno del Carnevale prima dell'inizio della Quaresima (che comincia con il Mercoledì delle ceneri), viene visto dalle famiglie come ultima occasione per terminare le scorte di tutti i cibi prelibati a disposizione.


Tantissime le maschere famose: Balanzone, per esempio, è un personaggio che rappresenta un dottore sapiente ma presuntuoso dell’Università di Bologna e il suo nome deriva da balanza, ovvero bilancia, simbolo di Giustizia.


Pulcinella, uno tra i più noti personaggi, pare sia un’invenzione di Silvio Fiorillo attore napoletano della prima metà del 1600.
Il nome potrebbe venire dal naso adunco o dal cognome Pulcinello o Polsinelli, molto popolare: simbolo della napoletanità e chiacchierone.

 

Pantalone, nasce intorno al 1500 ed è un vecchio mercante avaro con il debole per le belle fanciulle.

 

Arlecchino, è forse la maschera più antica: legata alla ritualità agricola, si sa per certo, che Arlecchino è anche il nome di un demone ctonio, cioè sotterraneo.
La radice del nome, è di origine germanica: Hölle König (re dell’inferno), traslato in Helleking, poi in Harlequin, con chiara derivazione infernale.
La carriera teatrale di Arlecchino, invece, nasce a metà del Cinquecento con l’attore di origine bergamasca Alberto Naselli.
La maschera seicentesca evoca il ghigno nero del demonio presentando sul lato destro della fronte l’accenno di un corno.

Scopri altre curiosità legate ad eventi ed iniziative di ogni periodo dell'anno nella nostra rubrica "E' tempo di".

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