E prima del mare un salto dal dermatologo 

È tempo di...È tempo di...
26.06.201526.06.2015

Estate e sole, attenti alla vostra pelle. Specie se sensibile. Quando e perché consultare uno specialista. Tenere sotto controllo i nei è fondamentale per prevenire eritemi e gravi patologie. I fattori di rischio e la regola dell’abcde per capire quando è il momento di rivolgervi a un medico


Estate fa rima con mare e sole. Ma se avete una pelle delicata e, magari, pure popolata di nei prendete le dovute precauzioni. Sottoponendovi, tanto per cominciare, ad una visita dermatologica. Cos’è e a cosa serve una visita dermatologica? Si tratta valutazione della pelle dell’intero corpo e di eventuali sintomi associati svolta da uno specialista che verifica la presenza o meno di patologie legate alla pelle o ai tegumenti. Può essere disposta in via preventiva o a seguito della comparsa di manifestazioni cutanee (quali macchie, vescicole o nevi) associate o meno a sintomi quali prurito, bruciore o dolore. In sostanza la visita dermatologica serve a diagnosticare le patologie pigmentate della pelle, le malattie allergologiche cutanee e le patologie virali della pelle attraverso un’accurata esplorazione della cute. Se necessario, anche effettuando la mappatura dei nei utile a verificarne nel tempo, tra una visita e l’altra, lo stato e l’evoluzione.
Proprio la pelle rappresenta la parte del corpo più sensibile ai rischi da esposizione ai raggi solari. In particolare ai raggi UV che possono causare alterazioni cutanee di vario livello e gravità. Dall’eritema (arrossamento per eccessiva esposizione al sole) al melanoma (tumore della pelle). A quest’ultima grave patologia è associato, come fattore particolare di rischio, un particolare fototipo: pelle lentigginosa, con elevata predisposizione alle scottature, occhi e capelli chiari. Screening periodici possono aiutare sul fronte della prevenzione. Ma, a proposito di prevenzione, prima della mappatura dei nei, è ancora più importante un corretto stile di vita nell’approccio al sole. Un fattore sul quale, purtroppo, le campagne di prevenzione hanno avuto negli anni scarso effetto. Come dimostra la moda sempre più accanita dell’abbronzatura che costringe i sistemi di difesa del Dna delle cellule cutanee ad un lavoro talmente intenso da aumentare significativamente il rischio di mutazioni e, quindi, di patologie.
Anche l’autoprevenzione può dare una mano. Imparando a “leggere” i nei. Ovviamente non è possibile sostituirsi ai controlli di uno specialista, ma seguendo alcune regole si può quanto meno capire se è il caso di consultarne uno. E’ possibile individuare fattori di rischioattraverso la cosiddetta regola dell’abcde. A come asimmetria: dividendo immaginariamente il neo in due si ottengono due parti non sovrapponibili. B come bordi: irregolari e frastagliati.C come colore: non omogeneo con sfumature tendenti al bruno nerastro o a l rosso bluastro. D come dimensione: neoformazioni di diametro superiore ai 6 millimetri. E come evoluzione: modifiche nel tempo. 

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